È in uscita il primo numero della LX annata di Scuola e Lingue Moderne e a me pare ieri quando, con l’uscita dell’annata numero XL si scherzava che fosse extra-large con riferimento al nuovo formato A4 delle pagine. Sto recuperando e riguardando le prime annate: attraverso la rivista è possibile ricostruire gran parte della storia dell’Associazione e può darsi che io lo faccia prossimamente.
Qui mi preme mettere in rilievo due qualità solo apparentemente antitetiche: la continuità e la adattività.
Quest’ultima è forse più appariscente: se questo scritto appare qui è perché da anni ormai la versione cartacea non è più il solo veicolo di comunicazione di cui si serve l’ANILS ma si integra in un’ottica multimediale in cui il sito ufficiale e il Gruppo Facebook hanno ormai acquisito un ruolo stabile e significativo.
In questo quadro, la rivista SeLM ha un suo ruolo preciso: mentre il mezzo informatico è ottimo per lo scambio di informazioni rapide e a breve scadenza e si sta arricchedo di nuove modalità di formazione (penso alla diffusione dei webinar), la rivista è il luogo delle descrizioni ampie e delle riflessioni complesse, quali si addicono alla natura della professionalità docente. Occorre un contraltare ai social media, regno della battuta facile e della polemica sterile – quando non si giunge al falso deliberato. E anche alla sovrabbondanza di immagini “ad effetto”, che in quanto tali si rivolgono più all’emotività che alla ragione.
Ricordo vecchi saggi di antesignani della linguistica computazionale come Michael West, o di pionieri della psicolinguistica come Renzo Titone. Per venire a un Autore più vicino a noi e tuttora attivissimo, ricordo la prima serie di scritti di Paolo Balboni sulle “lingue per scopi specifici/speciali” (Microlingue e Glottodidattica, 1982).
Ricordo però con altrettanto piacere numeri monografici su temi specifici come il testing o le tecnologie glottodidattiche. In anni più recenti, abbiamo registrato la coralità di interventi, da angolazioni diverse, su grandi questioni ed evoluzioni promettenti, tra cui emergono il CLIL e l’Italiano per stranieri. In breve, SeLM è sempre stato uno strumento sempre innovativo e sempre reattivo di fronte alle istanze che man mano emergono nella scuola e nella società.
Per questo, malgrado tutto, continuo a essere ottimista.
Gianfranco Porcelli